L'odore
del legno è qualcosa che ti entra dentro, e rimane.
Puoi dimenticare
tutto, ma non quel profumo. Ogni pezzo è una esperienza a se stante.
Il profumo ti avvolge, ti abbraccia. Se poi decidi di fare la tua
chitarra provando ad utilizzare il meno possibile strumenti
elettrici, godi ancora di più. Lavorare il legno porta la mente in
una dimensione parallela, mistica. Come un lento cammino. Io ho
costruito il corpo all'aria aperta, nelle sere d'estate.
I minuti, le
ore, scivolano via alla velocità della luce. Eppure tutto sembrava
scorrere così lentamente! Alcune sere arrivano alla fine e pensavo -
ma in tutto questo tempo ho fatto solo questo? - .. - non è servito
a niente -. - se vado avanti così non finirò mai.. mai! - e
mi arrabbiavo. Perché la vita di tutti i giorni, la frenesia,
l'ansia del finire tornava nella mente come una bomba ad orologeria
pronta ad esplodere. Ma poi sentivo che il segreto era tutto lì: per
un attimo potevo fare quello che volevo, e avevo fatto come avevo
voluto.
Nessuno mi chiedeva di consegnare un lavoro, nessuno - o
quasi - sapeva nemmeno che lo stavo facendo. Avrei potuto passare la
serata a guardare la tv o fare altro, eppure quella era la mia
scelta. nessun vincolo. Potevo fare la mia chitarra in un modo o
nell'altro. lasciarla a Metà. Spezzarla in due. Nessuno lo avrebbe
mai saputo.. e forse a nessuno sarebbe nemmeno importato.
L'odore del
legno racchiudeva quell'attimo di libertà estrema.
E se l'andare
piano a volte sembrava un problema, poi l'arrivare verso la fine lo
era altrettanto.
Il traguardo non era sinonimo di ferità, se il
cammino era così bello. Ed ogni volta che sentivo di arrivare vicino
alla meta, inventavo qualcosa di nuovo. per migliorare. per non
finire mai. Per non perdere la sensazione del profumo del legno.
Perché non farne semplicemente un'altra, allora? Chiudere il
progetto e ricominciare dall'inizio? E' vero, poteva essere una
opzione. E spesso ci ho anche pensato. Ma ormai a quel pezzetto di
legno mi ci ero affezionato. Gli avevo regalato un pezzo di anima, e
lui la sua. Mi sarebbe sembrato quasi un tradimento. Stupido? Provate
voi ad abbracciare un pezzo di legno, scolpirlo, lavorarlo.
Sentirete
che là dentro c'è qualcosa di vivo, che vi tiene legati.
E da cui,
poi, non vorreste mai staccarvi.
Il buon Michelangelo diceva che la figura è già nel marmo. A lui bastava togliere la pietra in eccesso per farla emergere. Per farle prendere vita. E cosa c'è di più bello che lavorare su e con una cosa viva come il legno? Al quale dare un pezzo di anima, perché è il legno che te la chiede, anzi, te la prende.
RispondiEliminaE cosa ti dà in cambio? Si mette a cantare...