giovedì 9 maggio 2013

Quattro corde e una forchetta




Per chi suona la chitarra, cambiare le corde non è solo una necessità. E' un rito, un piacere. E' l'occasione per coccolare la chitarra, abbracciarla. Trattarla bene. Farle vedere che si tiene a lei, la si vuole sempre perfetta. Spesso, poi, è l'occasione per pulire anche la tastiera, sistemare le meccaniche. E quando lo si fa, ci si deve prendere tutto il tempo necessario. Può capitare di cambiare una corda al volo, ad esempio quando si rompe mentre si sta suonando. Ma è un'altra cosa. Le prime volte, sembra una operazione praticamente impossibile. Mi ricordo quando ero piccolo, avrò avuto sette o otto anni, quanto era difficile. A volte, era il mio insegnante che mi dava una mano. Sulle chitarre classiche poi, dove per fissarle sul ponticello bisogna fare il nodo ( che poi, nodo non è..) era ancora più difficile. Tutto sembrerebbe semplice, ormai, anche sulla steel. Sembrerebbe, ma non è così. Se non si ha un ponticello vero, ma solo dei chiodi attorno cui vengono fissate le corde, l'operazione non rimane cosi banale. Soprattutto, se le corde si sono incastrare e non si ha un coltello per poterle tagliare. Questa è più o meno la situazione nella quale mi sono trovato ieri. Non avere un coltello per aprire i nodi, o tagliarle direttamente, trasforma una operazione banale in un problema. C'era una unica soluzione: con la punta di una forchetta, ho smollato i nodi e tolto le corde. Detta così sembra facile. Dopo venti minuti in cui si prova a farlo, assicuro, la situazione prende tutt'altra piega. Arrivato al cambio della terza corda, ammetto, ho avuto la tentazione di strappare il chiodo dal legno per sfilare, nella maniera più semplice possibile, la corda. Ho resistito alla tentazione, alla fine ce l'ho fatta. Anche questo è il bello di costruirsi una chitarra in casa: se avessi sempre tutti gli attrezzi a disposizione, forse sarebbe più semplice. Sicuramente, i risultati sarebbero migliori e nella metà del tempo. Ma non sarebbe cosi divertente. 

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