giovedì 16 maggio 2013

Meccaniche sbilenche



Quattro meccaniche, quattro corde. Dalla più bassa alla più alta. In ordine decrescente. Così, almeno, è come funziona sulle chitarre normale. Perchè le meccaniche sono state montate bene, nella giusta posizione. Alla giusta distanza. Ma non è detto che debba sempre essere così, anzi. Quando ho tagliato la paletta, fatto i buchi, ho provato ad utilizzare tutto lo spazio a disposizione. E a metterle più in linea possibile. Ma se lo spazio è quello, piccolo.. e se non si riesce a posizionarle perfettamente, i risultati possono essere difficili da gestire. Avevo lottato con questo problema già la prima volta, quando misi le corde per la prima volta. Adesso, la situazione sembrava ancora peggiore. Perchè, alla fine, tutto questo è fatto per un motivo solo: per far si che le corde rimangano in tensione - nella giusta, tensione - e siano alla giusta distanza. Ma se le meccaniche sono messe male, fisicamente le corde non ce la fanno a passare. O si toccano fra loro. Se sono nuove, poi, "scivolano" ancora di più.. e il problema aumenta. D'altra parte, ormai la struttura dello strumento è quella, non è che si possa fare molto. Limitare i danni. Per riuscire a metterle - se non alla stessa distanza - ma almeno lontano, mi sono dovuto arrangiare. Alcune le ho montate da un lato, alcune dall'altro. Che vuol dire, che per tendere le corde a volte si devono girare le meccaniche in un senso, a volte nell'altro. E quando si accorda, bisogna sempre ricordarsi da che verso le ho messe. E poi, ho proprio invertito due meccaniche: di quelle posteriori, che teoricamente dovevano essere le due "corde esterne", ne ho messa una esterna ( la prima) e l'altra come terza. In questo modo, si riesce a recuperare un pò dell'errore della posizione delle palette. Ed è, comunque, suonabile. Tutto questo per chi ascolta non è un problema. Nemmeno si può accorgere della differenza. Ma per chi deve combattere per far uscire un suono.. Le corde sono invertite. le meccaniche storte. Chissenefrega. Suona lo stesso. é questo, alla fine, quello che conta. 

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