venerdì 5 aprile 2013

Il Blues e la chitarra.. o meglio: il senso della vita


il blues non è fatto di suono. Il blues è fatto dal silenzio che si nasconde tra una nota e l'altra. perché chi solo riesce a cogliere, anche inconsciamente, il silenzio che nasconde un blues, lo può apprezzare davvero. Il blues è fatto di silenzi. E' nato dalle voci di chi non poteva parlare, se non attraverso una canzone. E non è fatto di nomi o di classifiche. Il blues non è in una playlist. Non lo si valuta per il numero i copie vendute. Lo si suona e lo si accolta da soli. Lo si suona e li si ascolta con amici. In ogni caso, anche quando si è da soli, con il blues non lo si è mai. Perché quando si condivide una passione, o un sentimento, non è importante né il quando, né il dove. Può essere stato scritto venti o cinquanta anni prima. Può essere suonato a mille chilometri di distanza, o proprio dalla chitarra a pochi passi. Il blues è stare insieme, al di là del tempo e dei luoghi. Il blues è un popolo che non ha regione né nazionalità. Non ha colore, razza, lingue. Non ha un volto. ognuno gli da il suo. E, se è vero, è perfetto. Il blues è una legge non scritta, di chi quella legge ce l ha nel cuore. E non la si impara: o la sia ha, o no. Il cammino per apprenderla è lungo, infinito: il blues ha sempre una storia da raccontarti. Quando inizi ad ascoltarlo, vibra l'anima. Ed è una sensazione che non dimentichi. mai, mai più. Chiunque lo ama, ti potrà raccontare il suo "primo pezzo". la "prima volta". quando ha sentito quel brivido che gli avrebbe cambiato la vita. Poi c'è chi lo insegue, chi lo rincorre. Chi lo  tiene in una angolo della mente. e chi ne ha paura. ma una volta che hai sentito quella sensazione, la vita cambia. ed è come entrare in un mondo parallelo: di qua, la vita.. o, meglio: la sopravvivenza. Giorno dopo giorno, alba dopo alba, cercando un tramonto o forse un nuovo mattino. di là, quella sensazione che non riesci a raccontare,al di fuori del tempo. 

Quando inizi a costruire una chitarra, senti dentro quel brivido. Come la prima volta in cui hai suonato il blues. E il tuo unico pensiero è riuscire a costruire, ricreare, la stessa cosa. Sai che non ne hai le capacità, la tecnica, i mezzi. Spesso, non ne hai nemmeno il tempo. Eppure, hai un obiettivo: non sai cosa stai cercando, eppure lo senti. Poi, quando la prima volta si accende un microfono,e quel maledetto suono esce, entri in quella dimensione parallela: quella è la sensazione che stavi cercando, quello è il brivido che senti correre lungo la schiena. la mente ti porta alla realtà: è solo l 'inizio, ci sono tante altre cose da sistemare. Accordatura, tasti, meccanica, amplificazione. Va bene tutto, ma sono technicalities. la mente prova a prendere il sopravvento e farti tornare alla realtà, trasformando il tuo strumento in uno strumento. ma è molto pi di quanto possa sembrare, anche se suona male. anche se è solo l'inizio del cammino. 
Quella è il blues: il brivido che ti porta oltre, che ti fa sognare. E quando lo senti, non importa se sei sul Mississipi, a Padova o in qualunque luogo.. se è il 1902 o il 2013, non importa. Quella sensazione, quel brivido, è quello che ci accomuna. Che ci rende parte di un popolo che non ha territorio, tempo, luogo. Quello è il blues, il tatuaggio impresso nel cuore di chi ancora ha un sogno.

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